Introduzione e cenni storici
Le
dimensioni del pene sono spesso state durante la storia un motivo di ansia per
l’uomo. Ancora oggi molti uomini desiderano e richiedono al proprio
urologo-andrologo interventi di ingrandimento del pene al fine di accrescere la
fiducia in sé stessi e di impressionare le proprie partner.
Esistono
molte testimonianze storiche riferibili a varie culture circa l’ingrandimento
del pene. Il santone indiano Sadhus e i maschi della tribù Cholomec in Perù, ad
esempio, utilizzavano dei pesi per aumentare la lunghezza del pene. Gli uomini
della tribù Dayak nel Borneo si mutilavano il pene formando al suo interno
degli orifizi entro cui inserivano oggetti decorativi per aumentare il piacere
delle loro donne. Nel sedicesimo secolo nella tribù Topinama in Brasile gli
uomini si facevano mordere il pene da serpenti velenosi per farselo allungare.
Esistono
sia cause psicologiche che cause organiche alla base del pene piccolo
(micropene). Per quanto riguarda le prime, la dismorfofobia peniena consiste nella convinzione o paura di avere un pene
troppo piccolo e/o di presentare altre anomalie del prepuzio e del glande. Tale
patologia può determinare ansia, depressione e condurre ad una condizione
di isolamento sociale in cui il paziente rifiuta il contatto con gli individui
di sesso femminile.
Una
forma molto diffusa di tale patologia è rappresentata dalla cosiddetta sindrome
dello spogliatoio che
insorge quando il paragone dei propri genitali, generalmente allo stato di
riposo, con quelli di altri soggetti maschili, il più delle volte coetanei,
provoca ansie rispetto alle dimensioni del proprio pene. In altri casi invece i
timori riguardano anche le dimensioni del pene in stato di erezione.
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Oltre
alle già citate cause psicologiche esistono anche cause
organiche per le
quali, sia nell’età infantile che in quella adulta, si osserva una
conformazione ridotta delle dimensioni del pene. In tali casi è possibile
rilevare una vera e propria forma patologica di micropene,
in cui le dimensioni dell’ organo genitale in erezione non raggiungono i sette centimetri.
In
alcune malattie genetiche e alterazioni cromosomiche come ad esempio nella sindrome
di Klinefelter, l’individuo maschile nasce con una
conformazione anatomica dei genitali esterni essenzialmente poco sviluppata.
Tale patologia è associata ad altri sintomi come il ritardo mentale. In caso di obesità il pene risulta parzialmente coperto
dal grasso sovra pubico dando luogo alla cosiddetta sindrome
del pene sepolto. Inoltre vi sono soggetti di statura molto
alta in cui effettivamente le dimensioni del pene risultano molto piccole
ovvero sproporzionate rispetto alla mole dell’ individuo. In alcune patologie caratterizzate
da difetti ormonali come nell’ ipogonadismo ipogonadotropo si assiste ad un difetto di sviluppo dei
genitali maschili. Infine altre malattie di tipo funzionale, come ad esempio l’ipospadia
(lo sbocco anomalo del meato uretrale), se non risolte chirurgicamente, possono
impedire un corretto sviluppo del pene e una regolare funzionalità
erettile. Per risolvere alcune delle forme più gravi di micropene si ricorre
essenzialmente agli interventi chirurgici.
Da
diversi studi effettuati sulla misurazione delle dimensioni del pene nella
popolazione normale, seppur influenzati dalla differenza delle varie tecniche
di misurazione utilizzate, si è stabilito che le dimensioni standard,
ovvero relative alla media della popolazione (normalità statistica) sono in
lunghezza pari a 8-10 cm per lo stato di flaccidità e di12-16 cm per lo stato
di erezione. Inoltre allo stato di erezione la circonferenza del pene di un
soggetto normale deve superare i 12 cm. Tali parametri sono stati stabiliti
misurando il pene dal pube alla punta del glande tenendo stirato l’organo. La
maggior parte degli autori considera nell’ adulto micropene un organo genitale
le cui dimensioni sono inferiori ai 4 cm alla stato flaccido e minori di 7,5 cm
allo stato di erezione. Pertanto, in tali casi è possibile considerare un
intervento chirurgico di allungamento del pene.
Alcuni
dati scientifici evidenziano come la richiesta di risoluzione di adeguamento
psico-fisico relativo ad una dismorfofobia peniena sia in aumento. Infatti,
dagli ultimi convegni di andrologia e sessuologia, si evince un incremento di
tali richieste. Si stima che il 3,3% delle richieste di visita andrologica
siano state motivate dal sospetto di un pene piccolo. Di queste, il 20% erano
state richieste per questo medesimo problema, mentre il restante 80% nell’ambito
di una visita effettuata apparentemente per altre problematiche. Inoltre, anche
la maggiore attenzione rivolta dai media sui metodi di allungamento del pene ha
fatto sì che aumentassero il numero di visite andrologiche in cui i pazienti
richiedono un aumento delle dimensioni del proprio organo genitale. Il 79%degli
interventi di allungamento penieno viene eseguito in presenza di un pene di
dimensioni perfettamente normali, e quindi con finalità puramente estetiche, al
pari della rinoplastica o delle protesi mammarie, e ,solo il restante 21% è
praticato per patologie organiche.
Il fenomeno della sindrome del pene piccolo sembra essere in costante aumento e l’importanza di una chiara diagnosi differenziale utile a comprender il vero stato delle reali dimensioni dell’organo genitale, diventa fondamentale nonché indispensabile.
Non è un caso che alcuni studiosi hanno rilevato quanto la richiesta di eventuali interventi di allungamento non fosse direttamente correlata ad una reale caratteristica di micropene. A tale riguardo il disagio rimanda essenzialmente ad una dismorfofobia peniena.
Il fenomeno della sindrome del pene piccolo sembra essere in costante aumento e l’importanza di una chiara diagnosi differenziale utile a comprender il vero stato delle reali dimensioni dell’organo genitale, diventa fondamentale nonché indispensabile.
Non è un caso che alcuni studiosi hanno rilevato quanto la richiesta di eventuali interventi di allungamento non fosse direttamente correlata ad una reale caratteristica di micropene. A tale riguardo il disagio rimanda essenzialmente ad una dismorfofobia peniena.
Psicoterapia
Quando
il disagio è prevalentemente di natura psicologica diventa necessario un
intervento psicosessuologico utile a ridimensionare il vissuto catastrofico,
che si manifesta nell’espressione di una precisa inadeguatezza fisica. La
possibilità di rieducare e fare riappropriare alcuni uomini della loro
sicurezza e stima di sé è alla base di una modifica e di una migliore
percezione di alcune parti del proprio corpo. Per quanto riguarda l’organo
genitale, probabilmente si tratta di riappropriarsi di uno status di “potere”
necessario al buon funzionamento intimo e soprattutto “relazionale”. La terapia
è pertanto mirata al miglioramento della percezione del sé corporeo, attraverso
delle sedute che documentino al soggetto come egli si trovi in una condizione
di normalità.
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FONTE: studiourologicogallo
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